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ITINERARIO STABILE 07 - CITTA’ per forma SCENICA - GIOLISU








CIELO IN TERRA

(Prima nazionale) - durata 30 minuti


Due uomini, un luogo.

Due uomini, tra cielo e terra.

Come unica dimora il suolo su cui poggiano il piede : cemento, la città, lo spazio costruito, intrico di confini tanto invisibili quanto duri come pietra.

Nei loro sogni un luogo come spazio in cui potersi inventare.

Si può inventare un’esistenza su un marciapiede, contro un muro, in una casa di fortuna?

I due uomini allora si fanno diversi contro l’uniformità del cemento. Ribaltano i piani, ridisegnano le proporzioni, il loro corpo cerca un’altra legge, inventa un altro luogo.

Si ritrovano esuli, reietti, disarcionati.

Attraversano il tempo senza desistere dal rimettersi in sella inventando un altro mulino a vento da espugnare.

Vanno scrivendo un’altra storia : quella del cielo in terra.


                                                                                                                                     “cie Giolisu”



Gli spazi, l’architettura dei luoghi, sia pubblici che privati, mutano continuamente sotto i nostri occhi e spesso, modificandosi, influenzano le nostre abitudini , il nostro vivere.


Nella difficoltà di avere un luogo adatto in cui vivere, spesso ci si ritrova  a dover sperimentare altre forme di esistenza.

La sperimentazione diventa sopravvivenza quando il luogo da abitare è il marciapiede, scelta questa che è spesso conseguenza di qualcosa che non ha funzionato.

Il nostro sistema, questa macchina economica/produttiva, non concede errori, arresti, non si intenerisce di fronte a dubbi e fragilità dell’uomo, scaraventandolo e mettendolo al bando con una rapidità e imprevedibilità “micidiale”.

E il marciapiede diventa “altra esistenza” per uomini, donne, intere famiglie; luogo di esilio, all’interno delle nostre città, nei parchi, sotto i portici , nelle  piazze, accanto al lustro delle vetrine e al tran tran quotidiano.

Esistenze che vivono parallelamente a quella che viene definita come normalità, come fossero ombre silenziose.

Lo spazio pubblico diventa per loro necessariamente anche spazio privato, dove consumare, in modo così “diverso”, il proprio pane quotidiano, la propria razione di vita, da soli o insieme ad altri che si trovano nelle stesse condizioni. 

Venerdì 29 - ore 2145 e Sabato 30 Giugno 07 - ore 2100 > Piazza del Popolo/Viale Marconi

 
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