ITINERARIO STABILE 07 - CITTA’ per forma SCENICA
STEVE PICCOLO, GAK SATO, CORALE POLIFONICA MALATESTIANA (diretta da Antonio Cavuoto)
Progetto Speciale
TRADIZIONE C/ORALE
Secondo Walter Ong (Ong, Walter J. - Orality and Literacy: The Technologizing of the Word, London-New York, Methuen, 1982; trad. it., Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Bologna, Il Mulino, 1986) non possiamo facilmente immaginare, oggi, com’era la comunicazione verbale nel mondo prima della diffusione della scrittura. Possiamo descrivere la situazione per sottrazione, come cercare di spiegare a qualcuno cos’è un cavallo partendo dalla frase “è come una macchina, ma senza le ruote”.
Secondo molti antropologi e studiosi della neuroscienza il ruolo della facoltà musicale nell’evoluzione dell’uomo era in parte quello di facilitare lo sviluppo del linguaggio, funzionando anche come ausilio per la conservazione di un patrimonio di storie, genealogie e altre forme di conoscenza. Coll’avvento della scrittura, le capacità mnemoniche associate alla tradizione orale tendono ad atrofizzarsi. La letteratura opera una scelta, una censura del patrimonio delle conoscenze: possiamo accedere a una maggior quantità di informazioni, ma dimentichiamo certi episodi del nostro passato che sarebbero, forse, stati conservati dalla tradizione orale. Allo stesso modo, le necessità mnemoniche della tradizione orale avrebbero eliminato moltissimi dati che invece abbiamo conservato con la scrittura.
Il concerto per Itinerario Festival a Cesena tenta di ricreare una situazione di trasmissione orale di storie, scavando tra le memorie locali della zona per cercare le vestigia di leggende, fatti storici dimenticati, misteri irrisolti. Come possono tanti voci, quelle di un coro, sostenere una sola voce che narra vicende a memoria? Come può la tecnologia nuova partecipare in una rinnovata attenzione agli aspetti vocali, non soltanto verbali, della comunicazione? Senza la scrittura cosa sapremo, oggi, e cosa no?
Il punto di partenza è un’indagine condotta a Cesena soltanto oralmente, chiedendo alle persone di raccontare fatti curiosi, leggende locali, ecc. Si capisce subito che la memoria collettiva è quasi estinta. Le informazioni sono frammentate, ogni persona sembra sapere soltanto una piccola parte di una storia, ma anche l’insieme di molte testimonianze non basta per rendere l’idea. La susseguente ricerca sui libri svela qualche particolare in più, ma spesso senza una resa soddisfacente.
Il coro tenta di imparare i pezzi inventati da Steve Piccolo in modo completamente orale. L’esercizio porta al ricupero di certe tecniche fondamentali: la ripetizione, la rima, l’improvvisazione. Con l’aiuto di Gak Sato, usando lo strumento che più di ogni altro assomiglia alla voce umana: il theremin.
Domenica 01 Luglio 07 - ore 2100 > Fiume Savio